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Manca pochissimo alla partenza. Domenica 28 luglio, a Civita Castellana, andrà in scena la quinta edizione di Lost in Civita.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesco Soli, classe 1976, ideatore ed organizzatore, insieme ad un collaudato staff, di questo evento attesissimo.
Lost in Civita si inserisce nella festa, organizzata l’ultimo fine settimana di luglio di ogni anno, in memoria di Ivan Rossi, ragazzo civitonico che, nel 2007, perse la vita per salvare dei bagnanti.
Nel suo ricordo è stata creata un’associazione (https://associazioneivanrossi.com/), che porta il suo nome e realizza progetti di solidarietà in Africa e non solo.
Ma torniamo a Lost in Civita V.
Francesco, cos’è Lost in Civita?
Lost in Civita è, fondamentalmente, una caccia al tesoro. Chiamarla solo così però è riduttivo, perché in realtà è più di una semplice caccia al tesoro, in quanto è legata alla festa in memoria di Ivan Rossi ed è anche riscoperta e amore verso il proprio paese, Civita Castellana.
Il nome è stato inventato in occasione della prima edizione; cercavamo un nome d’effetto, e mi fu suggerito da un ragazzo del primo staff di Lost, in omaggio all’omonima serie televisiva.
Secondo me calza a pennello, perché dà un po’ il senso di una coppia di ragazzi dispersa per Civita Castellana e che deve “ritrovarsi” e trovare degli indizi per poi arrivare allo scopo finale.
Quando e come nasce l’idea di Lost?
Lost in Civita nasce ufficialmente nel 2015, con la prima edizione.
In realtà sarebbe dovuta nascere prima, perché avevo da tempo l’idea di organizzare una caccia al tesoro; è un gioco che mi ha sempre affascinato. Mi ricordo che, quando ero piccolo, organizzavano a Civita Castellana una caccia al tesoro bellissima, a cui io non avevo potuto partecipare data l’età. Però mi ero ripromesso di farlo, da grande.
Altri spunti che mi hanno ispirato sono stati la caccia al tesoro nel film “Sapore di mare” e il programma televisivo “Pechino Express”. Queste sono le “citazioni”, più o meno importanti, di Lost in Civita.
Però a Civita di cacce al tesoro non ne sono state più organizzate, così a un certo punto mi sono detto “Me la organizzo io“. Ma non avrebbe avuto senso, se non avesse trovato la sua naturale collocazione nella festa per Ivan Rossi.
Parliamo di Ivan Rossi.
Ivan era anche un mio amico. Nel 2010 si svolse la prima edizione della festa, organizzata dal gruppo degli amici di Ivan, e che prosegue ogni anno.
Da subito Maurizio Romani, uno degli amici più stretti di Ivan, mi chiese collaborazione per animare la festa. Mi ricordo che la prima cosa che organizzammo – e che tuttora va avanti – fu il torneo di bocce.
Però avrei voluto fare qualcosa di più, e ho pensato che la festa fosse il “luogo” ideale per la caccia al tesoro che avevo in mente da anni. Avevo provato a farlo già nel 2014, per poi rendermi conto che da solo sarebbe stato impossibile. Per cui ho deciso di creare uno staff di persone che potessero aiutarmi, per poi organizzarla finalmente nel 2015.
Lost è strettamente legato ad Ivan. Forse il più bel complimento che è stato rivolto a Lost in Civita è quello fatto da una ragazza dell’organizzazione della festa, che ha detto “Tra tutte le cose belle che facciamo in questa festa, forse Lost in Civita è quella che più si avvicina al carattere di Ivan“.
Ivan sarebbe stato non solo un concorrente ideale, ma anche un organizzatore, perché aveva tante passioni, si occupava di musica, teatro, era un animatore, e avrebbe trovato sicuramente spunti interessanti.
Ci puoi dare qualche anticipazione su Lost 2019 o è tutto top secret?
È tutto pronto per Lost in Civita V, l’edizione 2019 è alle porte. Anche quest’anno abbiamo iniziato con le preiscrizioni, che ci danno subito un’idea di quanti vogliono partecipare (sempre numerosissimi). Non posso assolutamente dare nessuna anticipazione né spoilerare nulla. Cerchiamo ogni anno di fare delle cose nuove, diverse.
Come al solito vale la famosa regola, creata apposta per non far giocare sempre gli stessi concorrenti, che vieta ad una coppia di partecipare per più di due anni consecutivi. Chi concorre per due anni di seguito ha l’obbligo di “fermarsi” un anno prima di poter partecipare di nuovo. È anche un modo per “rimescolare” e per creare un gruppo il più possibile eterogeneo.
So benissimo che non si può “spoilerare” su Lost, ma ci provo ugualmente. Ci sarà qualche novità particolare quest’anno?
Assolutamente non si può dire nulla, anche perché l’effetto sorpresa è parte fondamentale del gioco stesso ma anche di quello che c’è prima e che c’è dopo. Noi puntiamo sempre a rinnovarci. E poi fare sempre le stesse cose annoierebbe sia noi organizzatori sia lo stesso giocatore, che magari “sgama” il gioco e riesce più facilmente a superare le prove. È vero che non possiamo comunque discostarci più di tanto dallo schema della caccia al tesoro, cioè cercare delle cose, portarle alla base, o risolvere degli enigmi.
Quest’anno, trattandosi di Lost in Civita V, in numeri romani, abbiamo utilizzato la grafica di “V per Vendetta”. Chissà, poi, se questo potrà influire o comunque essere presente nel gioco…
Oppure potrebbero “tornare” giochi delle prime edizioni che magari sono stati un po’ dimenticati, o sarebbero, in ogni caso, “nuovi” per i nuovi giocatori.
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Qualche “numero” di Lost in Civita, per farci un’idea del fenomeno Lost.
I numeri sono, nel nostro piccolo, abbastanza impressionanti, e sono in costante e continuo aumento. Ti spiego: ai tempi della prima edizione, ho quasi dovuto pregare alcune coppie per convincerle a iscriversi… Ovviamente tutto funziona molto col passaparola, con le esperienze di concorrenti che hanno già partecipato e quindi possono coinvolgere o incuriosire amici o parenti.
Mi ricordo che nella prima edizione ci furono diciotto coppie, mentre noi dello staff eravamo in cinque – sei. Tra l’altro, l’anno successivo i ragazzi che avevo “arruolato” come membri dello staff vollero partecipare al gioco come concorrenti. Quindi a partire dalla seconda edizione ho creato uno staff “permanente”, per cui chi entrava come organizzatore sapeva benissimo che non avrebbe mai più potuto giocare a Lost in Civita. Infatti si entra dentro una sorta di meccanismo che ti porta a conoscere determinate cose, che rendono anche meno divertente, tra l’altro, diventare giocatori una volta che si è fatto parte dell’organizzazione.
Il secondo anno le coppie sono raddoppiate (sono diventate trentasette).
Il terzo anno c’è stato il famoso, clamoroso boom: quasi cento coppie si pre iscrissero, e noi ci trovammo un po’ in difficoltà.
Per quell’anno abbiamo introdotto i famosi provini, dimezzando le coppie (ne rimasero, se non sbaglio, cinquanta).
L’anno scorso abbiamo evitato di fare i provini, anche perché con questo sistema è sempre difficile dire “no” agli aspiranti concorrenti, e abbiamo preferito delle prove, le famose “Fatiche di Lost”. In questo modo molte persone si sono “autoeliminate” e solamente i più valorosi hanno partecipato (mi sembra che le coppie alla fine fossero quarantadue).
Quest’anno siamo intorno alle quaranta coppie.
Per quanto riguarda noi dello staff, fino all’anno scorso eravamo in sette. Infatti abbiamo bisogno del numero dispari per le votazioni, in occasione delle riunioni (che per noi organizzatori durano tutto l’anno, già da settembre cominciamo ad organizzare l’edizione successiva).
Dall’anno scorso c’è un ottavo giudice, che non ha potere decisionale sui giochi, ma è più che altro un “esperto”: si occupa dei social – che sono diventati, ahimè anche per noi, parte importante del gioco – e cura i media, la parte grafica e quella musicale del gioco.
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Raccontaci qualche ricordo, qualche bel momento delle passate edizioni che ti è rimasto impresso.
Ce ne sono tantissimi. Personalmente mi emoziona il fatto che noi, giocando a Lost, ci sentiamo veramente parte integrante della festa di Ivan Rossi.
Di momenti ce ne sono talmente tanti che è difficile sceglierne alcuni. Durante il gioco, per esempio, anche se noi siamo lì per vigilare e controllare, andiamo in giro cercando di schizzare con le pistole ad acqua o i liquidator i concorrenti (l’ultima domenica di luglio fa sempre caldo).
Un anno organizzammo, durante la pausa pranzo, una sorta di karaoke, e ne uscirono delle prove canore notevoli…
E, ancora, un altro anno ci fu una prova tipo “Il Musichiere”, con i concorrenti schierati che dovevano indovinare una canzone, e anche quello fu esilarante.
Quindi Lost significa anche giochi spensierati. Si fa tutto in amicizia, con la totale consapevolezza di essere sì in gara l’uno contro l’altro, facendo però parte di questa festa che sentiamo tutti in maniera particolare.
Forse chi ci legge non sa che Lost in realtà continua tutto l’anno, ad esempio con “Lost in tour”. Ci spieghi di cosa si tratta?
Sì, grazie a quest’idea, nata abbastanza casualmente, della foto che i ragazzi, le prime volte, si facevano in vacanza con la maglia di Lost in Civita, sembra che Lost duri un po’ tutto l’anno. Questo è molto bello: non è solo “i ragazzi di Lost fanno la foto con la maglia”. Sulla maglia infatti è stampato il ritratto di Ivan: e così Ivan, che già gioca con noi – è un po’ il terzo componente della coppia – viene anche in viaggio con noi, in Italia e in tutto il mondo. E non sono solo i partecipanti di Lost a farlo: spesso anche i loro amici, che si fanno prestare la maglia o ce la chiedono.
Detto questo, sì, Lost davvero continua tutto l’anno e non dura solo i due giorni della festa. Ci sono i giorni in cui è possibile vincere dei Golden Ticket (che danno la possibilità di partecipare a Lost anche per chi non si fosse pre iscritto o non avesse superato eventuali prove, comprese le coppie che non potrebbero giocare per la regola dei due anni consecutivi). Abbiamo fatto delle cene, organizzato manifestazioni…
È qualcosa che mi è “sfuggito di mano”, non pensavo potesse avere tanto successo; ci impegna ma ci gratifica.
Tutto questo entusiasmo, tutta questa partecipazione ci spingono, ogni anno, a creare qualcosa di più bello.
Lunga vita a Lost in Civita!”.
Ricordiamo che il ricavato di iscrizioni e sponsor di Lost (coperte le spese) viene devoluto in beneficenza, grazie alle iniziative dell’Associazione Ivan Rossi Onlus.
Se avete voglia di vedere un’ottantina di pazzi che si aggirano a piedi per Civita Castellana, sudando, ridendo, smartphone in mano e una maglia inconfondibile, l’appuntamento è per domenica 28 luglio 2019, ore 8:30, di fronte al Parco Ivan Rossi.
Irene Santini