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Sperando che una la pandemia che ha colpito il mondo venga sconfitta a breve e che i luoghi deputati per l’arte e la cultura, come i teatri e i musei, ritornino ad essere popolati copiosamente, vorremmo segnalare una bella realizzazione architettonica nella Tuscia litoranea: il teatro comunale di Tarquinia (VT).
Inaugurato a metà del 2019, il teatro comunale è stato definito da molti come un vero e proprio “gioiello di acustica architettonica”.
Perfino NICOLA PIOVANI, premio Oscar per la colonna sonora de “La vita è bella” di Roberto Benigni, in occasione del suo spettacolo teatrale LA MUSICA E’ PERICOLOSA, sorta di lezione/concerto su racconti auto biografici, spese parole lusinghiere sul Teatro, sia a livello estetico, scenografico che acustico, facendo eco ai molti che lo addirittura erano concordi nel definirlo come una sorta di “istallazione artistica permanente”.
Il progettista Francesco Traversi, musicista e architetto toscano, esperto di acustica, si è trovato ad aver a che fare non solo con un oggetto architettonico dal ricco passato ma anche con un clima acustico decisamente critico in relazione soprattutto alla futura destinazione di ambiente polifunzionale così come indicato dall’Amministrazione comunale.
Trattandosi infatti di una ex chiesa (dedicato a S. Marco, l’edificio fa parte dell’antico convento agostiniano fondato nel XIII sec. e costituisce un rilevante elemento urbanistico nel settore denominato terzeria del Castro Novo nel centro storico di Tarquinia di fronte al Palazzo Vitelleschi oggi Museo Nazionale Etrusco) , il progetto si è mosso nella ricerca di un difficile equilibrio tra inserimento estetico e funzionalità tecnica.
Il progetto del teatro comunale nasce dall’esigenza dell’Amministrazione comunale di dotarsi non solo di un Teatro (adesso intitolato a Rossella Falk) ma di un vero contenitore polifunzionale capace di ospitare i più disparati eventi culturali.
Il problema maggiore è risultato essere da subito la morfologia dell’edificio: pianta rettangolare, unica navata con volta a botte e ampio abside nell’area palcoscenico. L’intervento acustico-architettonico, nonché scenotecnico, si è mosso dunque nella duplice direzione della ricerca di un adeguato comfort acustico e nella realizzazione del minor impatto possibile, sia a livello estetico che statico, sull’organismo preesistente, cercando di salvaguardare, quanto più possibile, gli elementi tipologico formali propri dell’organismo architettonico.
Innanzitutto la realizzazione della platea con foyer sottostante nella parte di edificio immediatamente prospiciente l’ingresso principale da Piazza Cavour e la sopraelevazione del palcoscenico su struttura metallica a traliccio e piedini gommati antivibranti hanno garantito un immediata diminuzione del volume generale del contenitore.
Poiché la qualità acustica di una sala è determinata dalle rispettive entità e dalle modalità di sovrapposizione dei due campi sonori, quello diretto e quello riverberato (o diffuso), il progettista ha pensato innanzitutto di “spingere” il suono principale o diretto quanto più possibile dalla zona palcoscenico verso la sala stessa attraverso la realizzazione di una struttura sospesa capace di direzionare gran parte delle onde sonore verso l’ascoltatore aumentando di fatto pressione sonora e qualità di percezione. La camera acustica, o “conchiglia”, sostanzialmente costituita da una serie di “deflettori” acustici a finitura lignea orientabili, è utilizzata dunque come riflettore sonoro in grado di migliorare le condizioni acustiche nel caso di ascolto di musica sinfonica o da camera in sale a spiccata vocazione polifunzionale come vuole essere il nuovo Auditorium di Tarquinia. Benché questa struttura garantisca un sensibile miglioramento della percezione sia del suono che della parola nell’area palcoscenico come nella sala, il problema maggiore è stato il trattamento del soffitto della sala in termini di correzione acustica.
<<Il progetto acustico della sala viste le (s)proporzioni soprattutto in altezza e la presenza della grande volta a botte [dice Traversi] è risultato subito molto difficile, soprattutto nell’ottica di riuscire a preservare gli elementi tipologico-formali della ex-chiesa in virtù del noto assunto vitruviano del VENUSTAS, UTILITAS ET FIRMITAS>>.
Mentre il trattamento delle pareti è stato eseguito con ampi tendaggi a chiusura dei 6 grandi archi presenti, una serie di pannelli fonoassorbenti a frequenza differenziata e bass-trap , quest’ultimi ampiamente utilizzati anche per il delicato trattamento del fondo sala nel quale sono stati alloggiati anche due singolari moduli fono-assorbenti a forma di parallelepipedo (Mehnir), la scelta progettuale di utilizzare pannelli fonoassorbenti in resina melamminica appesi a tenditori in acciaio quasi invisibili è stata suggerita proprio da una valutazione multidisciplinare in cui la ricerca estetica è stata prioritaria.
Ad ispirare il progettista, quasi si trattasse di una vera e propria folgorazione ascetica (n.d.r.), è stata la visita alla TOMBA DEI LEOPARDI, V sec. a.C., nella necropoli di Monterozzi proprio a Tarquinia. La decorazione a scacchi del soffitto sembra riprodurre le grandi tende che venivano innalzate per le feste, per le cerimonie musicali e danzanti.
TOMBA DEI LEOPARDI, V sec. a.C., Necropoli di Monterozzi – Tarquinia. (Common License)
<<Guardando in alto, sfuocando volutamente l’immagine tra dettagli e insieme, ho visto ad un tratto muoversi quegli scacchi colorati; li ho visti staccarsi dal soffitto, lasciando intravedere lo sfondo, fluttuare e prendere posizione a mezz’aria>>.
Così Francesco Traversi descrive la scelta progettuale di utilizzare pannelli fonoassorbenti appesi a sottili tenditori in acciaio, secondo un piano orizzontale posto alla base della volta ed in linea con il flusso sonoro proveniente dal boccascena grazie alla spinta energetica dei deflettori acustici della conchiglia. Questa scelta si è rivelata vincente da molti punti di vista. La composizione dei pannelli orizzontali e verticali, infatti, tiene conto in maniera stretta degli elementi tipologico-formali della volta, cercando di coprire almeno un terzo della superficie atta a garantire una corretta correzione acustica senza peraltro andare ad interferire con quelle che sono i fregi e le linee geometriche più importanti dell’organismo architettonico. L’aggancio dei tenditori a parete viene incontro alla oggettiva impossibilità di gravare in qualunque modo sulla struttura della volta a botte soprastante.
STUDIO DELLA DISPOSIZIONE DEI PANNELLI
La leggerezza e le alte prestazioni dei pannelli in Basotect, in termini di assorbimento sonoro alle varie frequenze, congiuntamente ad una disposizione verticale ed orizzontale mirata e all’uso di elementi verticali cubici in prossimità di fregi e capitelli dove il suono si frantuma e si propaga in tante direzioni, garantisce l’ottenimento di un buon clima acustico senza snaturare la “voce” propria della sala.
La composizione cromatica, suggerita dalle splendide decorazioni etrusche dei luoghi, e la singolare disposizione spaziale, unitamente all’uso di particolari elementi appesi di forma cubica dotati di capacità di assorbimento omni-direzionale, fa di questo progetto una vera e propria istallazione artistica permanente.
Completa il progetto acustico del teatro comunale un impianto di diffusione sonora BOSE di ultima generazione che prevede una tipologia di diffusori a basso impatto architettonico e ad alta direttività. L’impianto prevede il posizionamento dei diffusori in soli 4 punti e più in dettaglio precisamente l’installazione di 4 stack composti ciascuno da 2 diffusori a colonna MSA12X digitale con tecnologia beam-steering che consente di migliorare l’intelligibilità vocale e la coerenza tonale all’interno degli ambienti nei quali viene installato. La configurazione proprietaria del trasduttore Articulated Array® consente una copertura orizzontale ampia 160 °, mentre il software di controllo del processore consente la regolazione degli angoli di copertura verticali fino a 40° con l’utilizzo di 2 moduli in stack e inclinazioni del fascio verticale di +/- 20°. La potenza di ogni singolo modulo è di 600W (12x50W) per una potenza totale di 4800W.