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Luigi Pirandello. Oggi in questo nuovo articolo per Il mercoledì di Lollo parleremo di questo straordinario scrittore.
Luigi Pirandello nasce ad Agrigento il 28 giugno 1867 e muore a Roma il 10 dicembre 1936.
Luigi Pirandello nasce in contrada Càvusu a Girgenti, nome di origine araba con cui era conosciuta la città di Agrigento fino al 1927, il 28 giugno 1867. Suo padre Stefano Pirandello e sua madre Caterina Ricci Gramitto appartenevano a famiglie di agiata condizione borghese ed avevano tradizioni risorgimentali.
Suo padre tra il 1860 e il 1862 aveva partecipato alle imprese di Garibaldi e si era sposato con Caterina, sorella del suo commilitone Rocco Ricci Gramitto, nel 1863. Invece suo nonno materno Giovanni Battista Ricci Gramitto aveva partecipato alla rivoluzione siciliana del 1848-1849. Era fuggito in esilio a malta per non aver ricevuto amnistia ed era morto un anno dopo, nel 1850 a soli 46 anni di età.
Infine suo bisnonno paterno Andrea Pirandello era un armatore e ricco uomo d’affari di Pra’, quartiere di Genova.
L’infanzia di Pirandello è serena ma caratterizzata da difficoltà di comunicazione con la sua famiglia, soprattutto con suo padre. La cosa lo porta a studiare il modo di comportarsi degli altri. Inoltre da piccolo soffre di insonnia e dorme circa solo tre ore a notte.
Lui è anche devoto alla chiesa cattolica grazie all’influenza di una domestica di famiglia. La domestica non solo lo avvicina a pratiche religiose ma anche a credenze superstiziose che lo portano a credere negli spiriti.
Un giorno un prete aveva truccato un estrazione in modo che Luigi vincesse un’immagine sacra e lui, deluso da questo atteggiamento, si allontana dalle pratiche religiose.
La formazione di Luigi Pirandello.
Riceve l’istruzione elementare in forma privata e nel 1878 il padre lo iscrive alla regia scuola tecnica di Girgenti. Egli però durante un’estate e all’insaputa del padre si trasferisce a studi classici. Dopo alcuni problemi economici si trasferisce con la famiglia a Palermo e lì frequenta il regio ginnasio Vittorio Emanuele II. Si appassiona di letteratura e ad undici anni scrive la sua prima opera “Barbaro” andata perduta. Nel 1886 aiuta anche il padre nel commercio dello zolfo e conosce direttamente il mondo delle miniere.
Sempre nel 1886 inizia gli studi universitari in filologia romanza. Prosegue i suoi studi a Roma ma, a causa di un insanabile conflitto con il rettore e su consiglio del suo maestro Ernesto Monaci, completa i suoi studi a Bonn, in Germania.
A Bonn segue corsi di filologia romanza e conosce grandi mastri come Franz Bücheler, Herman Usener e Richard Förster. Si laurea nel 1891 con una tesi sulla parlata agrigentina “Foni ed evoluzione fonetica del dialetto di Girgenti” (in tedesco “Laute und Lautentwicklung der Mundart von Girgenti”). Nella tesi descrive il dialetto della sua città e dell’intera provincia dividendola in aree linguistiche.
Sempre a Bonn nel 1890 ad una festa in maschera conosce Jenny Schulz-Lander. Si innamora di lei e va a vivere nella pensione gestita dalla madre della ragazza. A lei dedica i versi di “Pasqua di Gea” e la ricorda anche nei versi di “Fuori di chiave”.
Il matrimonio di Luigi Pirandello.
Nel 1892 Pirandello si trasferisce a Roma e conosce Luigi Capuana che lo aiuta a farsi strada nel mondo letterario. Nel 1894 a Girgenti si sposa con Maria Antonietta Portulano, nata nel 1871 e morta nel 1959. Maria Antonietta era la figlia di un ricco socio del padre. I due si trasferiscono a vivere a Roma e nel 1895 nasce il loro primo figlio Stefano, morto nel 1972. A due anni di distanza, nel 1897 nasce Rosalia Caterina, detta Lietta e morta nel 1971. Infine nel 1899 nasce il loro ultimo figlio Fausto Calogero, morto nel 1975.
Nel 1903 avviene un allagamento e una frana nella miniera di zolfo di Aragona di proprietà del padre. In questa miniera era stata investita parte della dote di Antonietta. Tra l’altro da questa miniera traeva anche sostentamento la famiglia di Luigi che viene ridotta sul lastrico.
Tutto ciò accresce il già manifesto disagio mentale di Antonietta. Soffriva spesso di crisi isteriche causate anche dalla gelosia che la costringevano a tornare dai genitori in Sicilia o costringevano Luigi a lasciare la casa. La sua gelosia diviene talmente paranoica da scagliarsi contro tutte le donne che parlavano con il marito, compresa la figlia Lietta che dapprima tenta il suicidio e poi se ne va di casa. La chiamata alle armi del figlio Stefano per la prima guerra mondiale peggiora ulteriormente la situazione.
Nel 1919 un disperato Pirandello acconsente al ricovero di Antonietta in un ospedale psichiatrico. Lei muore in una clinica per malattie mentali a Roma, sulla Nomentana nel 1859 a 88 anni di età. La malattia di Antonietta porta Luigi ad avvicinarsi alle nuove teorie sulla psicoanalisi di Freud per approfondire i meccanismi della mente ed analizzare il comportamento sociale nei confronti della malattia mentale.
La situazione economica di Luigi Pirandello e i suoi primi successi.
A causa delle ristrettezze economiche e dello scarso successo delle sue prime opere letterarie ed avendo come unico impiego fisso la cattedra di stilistica all’istituto superiore di magistero femminile (che Pirandello tiene dal 1897 al 1922), Luigi è costretto ad impartire lezioni private di italiano e di tedesco, oltre a dedicarsi anche al suo lavoro letterario. Dal 1909 inizia anche una collaborazione con il Corriere della Sera.
Nel 1904 Pirandello pubblica il suo romanzo “Il fu Mattia Pascal” che gli porta enorme successo. Seconda la leggenda questo libro è stato scritto nelle notti di veglia alla moglie paralizzata alle gambe. Tutto ciò però manca di riscontri effettivi. Il romanzo viene subito tradotto in altre lingue. Il libro ha un ottimo successo tra il pubblico ma non sulla critica.
Per il successo vero e proprio deve aspettare il 1922. In quell’anno inizia a dedicarsi completamente al teatro. Il suo amico Nino Martoglio gli chiede di mandare in scena nel suo Teatro Minimo presso il Teatro Metastasio di Roma alcune sue opere come “Lumie di Sicilia” e “L’epilogo”, atto unico scritto nel 1892. Il 9 dicembre del 1910 viene realizzata la rappresentazione dei due atti unici con un discreto successo. Tramite l’aiuto di Martoglio anche Angelo Musco si dedica al teatro Pirandelliano. Luigi traduce per lui in siciliano “Lumie di Sicilia” che va in scena con grande successo al Teatro Pacini di Catania il primo luglio 1915.
La collaborazione con Musco si guasta dopo qualche tempo per la diversità di opinioni sulla messa in scena di Angelo Musco della commedia “Liolà” del novembre 1916 al Teatro Argentina di Roma.
La strada che porta Luigi Pirandello al premio Nobel.
Durante la guerra suo figlio Stefano diventa prigioniero degli austriaci e, una volta rilasciato torna in Italia gravemente malato e con i postumi di una ferita. Inoltre, come già detto, durante la guerra si aggravano le condizioni psichiche della moglie tanto da farla ricoverare nel 1919. Per questi motivi la guerra è stata una dura esperienza per lo scrittore al termine della quale si immerge in un lavoro frenetico e si dedica soprattutto al teatro.
Nel 1925 fonda la Compagnia del Teatro d’Arte di Roma con Marta Abba e Ruggero Ruggeri. Con questa compagnia viaggia per il mondo e le sue opere vengono rappresentate persino a Broadway.
Diventa il drammaturgo di maggior fama mondiale tanto da ricevere il premio Nobel per la letteratura nel 1934 “per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”. Degno di nota è il rapporto con Marta Abba, sua musa ispiratrice di cui, secondo alcuni biografi e conoscenti, lui era platonicamente innamorato.
Alcune delle sue opere iniziano ad essere trasmesse al cinema e lui assisteva in prima persona alla realizzazione dei film. Per questo motivo viaggia anche negli Stati Uniti dove alcuni attori di Hollywood del calibro di Greta Garbo interpretavano i suoi soggetti. Nell’ultimo di questi viaggi, nel 1935, su invito, va a trovare a Princeton Albert Einstein e, durante una conferenza stampa, difende con veemenza la politica estera del fascismo appoggiando la guerra d’Etiopia.
Luigi Pirandello si rifugia a Soriano Nel Cimino.
Lo scrittore ama trascorrere lunghi periodi dell’anno nella quiete di Soriano nel Cimino, un’amena e bella cittadina ricca di monumenti storici immersa nei boschi del monte Cimino, in provincia
di Viterbo. Rimane affascinato dalla maestosità e dalla quiete di un castagneto situato nella località “Pian della Britta” a cui dedica un’omonima poesia scolpita su una lapide di marmo posta in tale località.
Inoltre ambienta a Soriano nel Cimino due delle sue “Novelle per un anno” ovvero “Canta L’Epistola” e “Rondone e Rondinella”. Anche un’altra novella dal titolo “Tomassino ed il filo d’erba” è ambientata s Soriano nel Cimino. Infine compone a Soriano le poesie “Ad un ulivo” e “Stormo”.
Pirandello frequenta anche la città di Arsoli, vicino Roma, durante i periodi estivi nella quale si dissetava con la gassosa nell’allora bar Altieri in piazza Valeria.
Appassionato di cinematografia, mentre assisteva a Cinecittà alle riprese di un film tratto dal suo romanzo “Il fu Mattia Pascal”, nel novembre 1936 si ammala di polmonite. Luigi Pirandello aveva 69 anni ed aveva già subito due attacchi di cuore. Dopo 15 giorni la malattia si è aggravata e il 10 dicembre 1936 è morto lasciando incompiuto il suo ultimo lavoro teatrale “I giganti della montagna”, lavoro a sfondo mitologico.
Alcune opere di Luigi Pirandello degne di nota.
Tra le opere teatrali più famose di Pirandello possiamo citare le seguenti: “Pensaci. Giacomino”, “Così è, se vi pare”, “Il Berretto a sonagli”, “La giara”, “La patente”, “Il giuoco delle parti”, “Sei personaggi in cerca d’autore”,
Tra i romanzi invece, oltre al già citato “Il fu Mattia Pascal”, abbiamo “L’esclusa”, “Uno, nessuno e centomila” e “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”.
Infine vale la pena nominare le “Novelle per un anno”.
Lorenzo Bernardini